L’opera di Dio, l’indole di Dio e Dio Stesso III (Estratto IX)

20.02.2020

L'opera di Dio, l'indole di Dio e Dio Stesso III (Estratto IX)

Quando il Signore Gesù visse con l'umanità, vide i contadini lavorare i campi e scoprì cosa fossero la zizzania e il lievito; capì che gli uomini amano gli oggetti preziosi, perciò usò le metafore del tesoro e della perla; vide spesso i pescatori lanciare le reti, e così via. Osservò queste attività nella vita degli uomini, e sperimentò anche quel tipo di esistenza. Era uguale a ogni altra persona normale, mangiava tre volte al giorno e aveva abitudini quotidiane. Sperimentò personalmente la vita di una persona media e osservò l'esistenza degli altri. Quando vide e sperimentò personalmente tutto questo, non pensò a come avere una bella vita o a come vivere in modo più libero, più confortevole. Quando condusse un'autentica esistenza umana, notò la sofferenza nella vita degli uomini, la fatica, la miseria e la tristezza delle persone corrotte da Satana, che vivevano sotto il suo dominio e nel peccato. Mentre sperimentava personalmente la vita umana, notò anche quanto fossero inermi gli individui che vivevano nella corruzione, e vide e provò l'infelicità di coloro che vivevano nel peccato, smarriti nella tortura inflitta da Satana, dal male. Quando il Signore Gesù vide queste cose, le guardò con la Sua divinità o con la Sua umanità? Quest'ultima esisteva davvero - era molto viva -, Egli poté sperimentare e vedere ogni cosa, e naturalmente la vide anche nella Propria essenza, nella Propria divinità. Vale a dire che Cristo Stesso, il Signore Gesù fattoSi uomo vide questo, e tutto ciò che osservò Gli fece percepire l'importanza e la necessità dell'opera che aveva intrapreso questa volta nella carne. Pur sapendo Egli Stesso che la responsabilità di cui avrebbe dovuto farSi carico nella carne sarebbe stata davvero immensa, e pur essendo consapevole dell'atrocità del dolore che avrebbe affrontato, quando vide gli uomini inermi nel peccato, la miseria della loro vita e le loro fiacche lotte sotto la legge, provò un'angoscia sempre più grande e diventò sempre più impaziente di salvarli dal peccato. A prescindere dal tipo di difficoltà che avrebbe affrontato o dal genere di dolore che avrebbe patito, diventò sempre più deciso a redimere l'umanità che viveva nel peccato. Durante questo processo si potrebbe dire che il Signore Gesù iniziò a capire sempre più chiaramente l'opera che doveva svolgere e il compito che Gli era stato affidato. Diventò anche sempre più ansioso di completare l'opera che stava per intraprendere, di farSi carico di tutti i peccati dell'umanità, di espiarli al suo posto cosicché essa non vivesse più nella corruzione e Dio potesse dimenticare le colpe dell'uomo grazie a questo sacrificio per il peccato, consentendoGli di agevolare la Sua opera di salvezza dell'umanità. Si potrebbe dire che, in cuor Suo, il Signore Gesù fosse disposto a offrire Sé Stesso per l'umanità, a sacrificare Sé Stesso. Era disposto anche a fungere da sacrificio per il peccato, a farSi crocifiggere, ed era ansioso di portare a termine la Sua opera. Quando vide le condizioni sventurate della vita umana, volle ancora di più compiere la Sua missione il prima possibile, senza tardare di un solo minuto o secondo. Quando provò questa sensazione di urgenza, non pensò a quanto sarebbe stato grande il Suo dolore né a quante umiliazioni avrebbe dovuto sopportare. Nel Suo cuore aveva soltanto una convinzione: purché Si fosse sacrificato, purché fosse stato crocifisso a mo' di sacrificio per il peccato, la volontà di Dio si sarebbe realizzata ed Egli sarebbe stato in grado di cominciare la Sua nuova opera. La vita degli uomini e la loro esistenza nel peccato sarebbero cambiate completamente. La convinzione del Signore Gesù e ciò che Egli intendeva fare erano legati alla salvezza dell'umanità, e il Signore Gesù aveva un solo obiettivo: fare la volontà di Dio cosicché Egli potesse iniziare efficacemente la fase successiva dell'opera. Questo era ciò che il Signore Gesù aveva in mente a quel tempo.

Tratto da "La Parola appare nella carne"

Il Dio incarnato è il più amabile


Dopo che Dio Si è fatto carne, vivendo fra gli uomini, ha visto la depravazione del genere umano, le sue condizioni di vita. Dio nel profondo della Sua carne, ha percepito la vulnerabilità degli uomini, quanto erano miserabili; Egli ha percepito la loro tristezza. Dio ha acquisito la più grande compassione per la condizione umana, e una più profonda preoccupazione per i Suoi fedeli, attraverso gli istinti della Sua carne.


Nel cuore di Dio, i più cari a Lui sono coloro che Egli vuole guidare e salvare; essi contano più di ogni altra cosa per Lui. Egli ha pagato un caro prezzo; ha sopportato il tradimento ed il dolore. Ma non Si arrende mai, è instancabile nella Sua opera, senza rimpianti, né lamentele. Dio ha acquisito la più grande compassione per la condizione umana, e una più profonda preoccupazione per i Suoi fedeli, attraverso gli istinti della Sua carne. Dio ha acquisito la più grande compassione per la condizione umana, e una più profonda preoccupazione per i Suoi fedeli, attraverso gli istinti della Sua carne.

da "Seguire l'Agnello e cantare dei canti nuovi"

Fonte: La Chiesa di Dio Onnipotente

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